Uomini, Terra e Acque
Adria viene fondata all’interno del bacino fluviale Po-Tartaro. Grazie alla posizione strategica del luogo, collegato a diverse vie d’acqua, riparato dalle lagune, Adria diventa sede di un rilevante emporio commerciale, tanto da essere ricordato come il porto più importante dell’Adriatico settentrionale.
Sono gli Etruschi, per fama riconosciuti come grandi maestri di idraulica, a risolvere la questione del delicato equilibrio fra terra e acqua del territorio. Da allora è una lotta continua fra uomo, terra e acqua. Nel 1600 si rese necessaria un’opera idraulica davvero colossale che non ha solo deviato il corso del Po, ma ha creato un nuovo territorio, il Delta moderno, modificandone la struttura e creando le premesse per la sua antropizzazione. Quest’opera fu il taglio di Porto Viro. Altri interventi e grandi bonifiche interessarono diverse zone del territorio, favorendo la ripresa agricola ed un relativo benessere in tutta l’area polesana.
A perorare la causa del taglio di Porto Viro presso il Senato della Serenissima fu l’adriese Luigi Groto, detto il Cieco d’Adria. Successivamente le opere di prosciugamento più importanti avvengono nel XIX secolo con l’introduzione delle macchine idrovore. Ancora oggi visibile l’idrovora dismessa di Campagna Vecchia che ora ospita un Museo denominato Septem Maria Museum. Il nome deriva da Plinio che ricorda che gli antichi chiamavano Sette Mari il territorio tra Adria e il Mare. Il museo narra la storia dell’acqua nel Delta, il rapporto degli abitanti della zona con questo elemento naturale. Dopo il taglio di Porto Viro si è formato il Delta come lo vediamo ora, costituito da terre poste ad un livello inferiore a quello del mare e, pertanto, ancora oggi conservate asciutte da macchine della bonifica. Altri interventi idraulici si sono resi necessari per garantire l’equilibrio del territorio come lo scavo di un canale a sud di Adria alla fine degli anni ’30 al fine di scaricare fuori dal centro abitato la portata maggiore del Canalbianco.
In quest’occasione si ricorda il ritrovamento di una vasta necropoli. I lavori intercettarono la grande necropoli che si estendeva al di là dei confini meridionali della città antica e condussero alla scoperta e al recupero di quasi 400 tombe di epoca etrusca e romana. Il ritrovamento attirò l’attenzione anche dei media nazionali dell’epoca tanto che esiste un filmato dell’Istituto Luce (https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000031917/2/la-scoperta-necropoli-pre-romana-nella-zona-archeologica-adria.html?startPage=0).
Numerosi gli aneddoti e i misteri legati a questo rinvenimento. In questa occasione si ritrovò “la tomba della biga” la più famosa sepoltura di Adria conservata al Museo Archeologico nazionale insieme agli innumerevoli reperti di epoca etrusca, greca e romana ritrovati nel corso dei secoli. Il prelievo fu realizzato con l’intero blocco di terra con modalità e mezzi innovativi per l’epoca. Questa sepoltura costituisce ancora oggi un vero enigma.
Sabato 12 novembre, ore 17.00, ore 18.00 e ore 20.30.
I visitatori saranno accompagnati alla scoperta dei misteri e degli enigmi legati al ritrovamento della necropoli del Canalbianco.
A seguire, alle ore 20.30, si propone una visita guidata teatralizzata del Museo Septem Maria per rivivere le storie e i racconti della bonifica. Un modo per ricordare quanto questo territorio resti sempre fragile e delicato.
Costo per visita al Museo Archeologico: 4,00 € intero, 2,00 € ragazzi dai 18 ai 25 anni – gratis minori di anni 18
Costo per visita teatralizzata al Museo Septem Maria: 10,00 €
Prenotazione obbligatoria.